L’approccio artistico di Valentino Rosset con il corpo femminile filtra espressioni e pose maliziose attraverso gli occhi di un adolescente che ammira incantato questo mondo senza scorgerne le componenti a volte torbide o strumentali. Queste donne sembrano avere l’atteggiamento fatto sì di sensualità, ma mista a tenerezza e accondiscendenza quasi materna come di donne navigate nei confronti di un giovane ragazzo alla sua prima esperienza. Non si sa se quest’ottica sia reale o voluta dal momento che l’artista è un trentenne e quindi ampiamente “rodato”. Ma l’agire artistico ha in sé verità che l’agire quotidiano non rivela. Ci sono luoghi dell’anima che preservano paure, stupori, desideri del nostro primissimo contatto con il mondo e che nessun affastellamento di esperienze successive può soffocare.

Tecnicamente Rosset predilige una pittura piatta, priva di chiaroscuri e di dettagli, dai forti contrasti e dai colori puri, tanto che l’artista può essere considerato più un grafico che un pittore. Schiele è, a suo dire, l’artista per eccellenza e il maestro cui fa riferimento per tecnica e temi trattati.

La sua arte si sta evolvendo verso soggetti diversi e rappresentazioni ancora più concise, come nell’opera “volto”, in cui le sembianze di un viso sembrano prendere forma da una colata casuale di vernice nera.

Valentino Rosset nasce a Pordenone il 16 novembre 1981. La sua inclinazione artistica si rivela già nell’infanzia. Si diploma al liceo artistico S. Dorotee di Oderzo (TV) e si laurea in architettura a Venezia. Attualmente lavora come architetto e continua a dipingere per passione. Ha al suo attivo diverse mostre personali e collettive.